Molti architetti mantengono una posizione neutra nei confronti delle opinioni politiche, e rifuggono la politicizzazione della disciplina. Altri hanno invece richiesto un impegno maggiore ad architettura e pianificazione, per affrontare le ingiuste caratteristiche intrinseche dell’ambiente costruito, dalla decolonizzazione di città, ai canoni accademici, alla messa in dubbio di norme e materiali costruttivi. Eppure, l’attuale situazione politica in continua evoluzione richiede più del silenzio da una disciplina che ha più volte fallito nella lotta contro il razzismo e il suo sistematico sessismo, e che rimane oggi governata da una demografia omogenea di uomini bianchi istruiti.
L’incontro vuole discutere le varie posizioni che i professionisti scelgono di adottare al netto dell’urgenza che circonda e permea l’architettura, oltre a indicare nuove evoluzioni della disciplina